Brescia: se hai una Porsche imprechi e ti fermano i vigili

In questo post non parlerò di macchine, di forze dell’ordine o degli scopi nobili del car sharing  ma di come non si comunica un messaggio. Ne avevo già parlato su Facebook qualche tempo fa ma ho pensato che l’argomento meritasse ben più gloria.
Non sono un esperto di comunicazione e non userò tecnicismi ne gerghi del settore ma sentivo un irrefrenabile bisogno di scriverlo, per lasciarne traccia ai posteri.
Io ci ho provato, davvero. Mi sono sforzato, ma non ce l’ho fatta. Non ho capito. Qual’è il senso di uscire con un video del genere? Davvero chi l’ha prodotto pensa che sia un buon video promozionale?

Contesto: promozione dell’uso del car sharing a Brescia. Sito istituzionale, comunicazione cartacea, pubblicità multicanale, patrocinio di comune, ministero e un sacco di altre cose importanti. Tutto in regola. Mi aspetto anche un discreto budget per la comunicazione e un risultato in linea con queste premesse.
Capito per caso sul sito del Car Sharing Brescia e mi imbatto nel video incriminato (questo è il link diretto a Youtube, se mai a qualcuno venisse la brillante idea di toglierlo dal sito).
Ora, facciamo una cosa. Guardatelo. Quando l’avete visto e vi siete fatti un’idea, continuate a leggere .

Quello che vedo io da spettatore:

  • Musica di sottofondo totalmente fuori contesto: il car sharing è relax, risparmio e praticità e dovrebbe comunicare un senso serenità. Nel nostro video invece hanno ben  pensato di usare una via di mezzo fra una scena d’azione di Mac Guiver e lo spot dell’alfa 33
  • la voce: mi ricorda tanto quella delle pubblicità anni 80 dei mobilifici sulle tv locali
  • il messaggio: se non usi il car sharing hai una macchina grossa, inquinante e sei un pazzo nevrotico che si ferma inutilmente a lato della strada. Imprechi e dai pugni sul volante perchè la ztl è attiva (btw, non lo sapevi? è lì da anni quel semaforo) e, ciliegina sulla torta, vieni sicuramente fermato dai vigili. Se invece usi una macchina del car sharing puoi “guidare dove vuoi” come dice la voce (massì, passiamo sulle aiuole di piazza Duomo per parcheggiare vicino al nostro bar preferito) con un paio di guanti sportivi (perché vai più veloce, immagino).

Domande per le quali non esiste una risposta apparente:

  • Perché la signora guida con guanti sportivi e se li toglie dopo aver parcheggiato?
  • Perché chi guida una macchina del car sharing è un pilota sportivo?
  • Perché se non guidi una macchina del car sharing sei un pazzo nevrotico, imprechi, batti i pugni sul volante e sembri il cattivo sfigato dei film?
  • Perché se vieni fermato dai vigili sembri uno che ha perso all’ultimo quadro di super mario bros quando vieni colpito di striscio dalla palla di fuoco del drago?

A quel punto non vi nascondo che verso la fine del video mi sarei aspettato una comparsata del baffo da Crema, magari vestito da vigile, che ci avrebbe allegramente svelato che si trattava di uno scherzo. Purtroppo non è stato così.

Io non mi capacito di come un’agenzia di comunicazione, nel 2012, possa produrre un video del genere. Non mi capacito di come un responsabile della comunicazione di una società che promuove un progetto patrocinato dalle istituzioni e con un impatto su migliaia di persone possa autorizzare la pubblicazione di un video del genere.
Mi fermo qui, con qualche domanda. Indipendentemente dalle critiche,  secondo voi questo video ha sortito l’effetto voluto? Fa capire realmente cos’è il car sharing, a cosa serve e perché è conveniente usarlo? Invoglia la gente ad abbonarsi?