Una settimana, quattro eventi e poche ore dormite

Settimane ricche di eventi quelle appena passate. Ecco un breve riassunto di dove sono stato, perché ci sono stato e qualche considerazione personale.

Un po’ per prossimità(geografica) e un po’ per curiosità la scorso venerdì 11 Novembre ho pensato bene di partecipare al Congresso Summit 2011, la seconda edizione di un evento sull’innovazione dell’ICT in azienda organizzato dall’Associazione Industriali Bresciani e dal CSMT , un centro di innovazione incubato all’interno dell’università degli studi di Brescia. Scrivo questo post per parlare delle cose che più mi hanno colpito, in negativo.
Dopo i saluti di rito e l’apertura con gli interessanti interventi di Marco Perona e Alessandro Perego, il moderatore si affretta a comunicare qualcosa suggeritogli frettolosamente da dietro le quinte. Mi immagino la scena: “Psss dì che c’è anche… quella cosa lì… Twitter” . “Signori, scusate mi dicono che c’è anche un *forum di Twitter* che si chiama summitbs”. “Cominciamo bene” Penso fra me e me.. L’hashtag, questo sconosciuto. Proprio in quel momento stavo inserendo login e password della wifi dell’evento. Login unica per tutti, ricevo un non ben definito errore di “Wifi duplicato”. Mah. Non indaghiamo, riabilito il 3G.

Questi i temi della giornata: Mobile Business, Internet delle cose, Cloud & Web Security e Tavola rotonda con gli imprenditori. Tolto il primo intervento, i talk della sezione Mobile Business mi hanno proprio deluso: interventi piatti, liste di concetti o di cose fatte, che non catalizzano l’attenzione, con poco valore aggiunto e che potevano essere letti da casa, nelle sezioni “cosa facciamo” del sito dell’azienda.
Intanto su Twitter, con l’hashtag #summitbs, una decina di temerari sfidavano la sala facendo da amplificatore , in positivo e in negativo, a quanto detto dagli speaker.
Metto da parte il mio punto di vista notoriamente sbilanciato verso eventi fatti e partecipati da addetti ai lavori e mi rendo conto che, d’altronde, quello era il target: interventi focalizzati sui processi aziendali, com’era giusto che fosse, dato il posto in cui eravamo e il target dell’evento. Nulla in contrario, ci mancherebbe, ma quando mi sento portare come màximo esempio “la migrazione da Lotus a Exchange” .. oppure dopo che si è parlato tutta mattina di dematerializzazione, un “potete stampare le slide”.. Beh..
Denominatore comune di tutti gli interventi, purtroppo, la bruttezza delle slide, piene zeppe di di testo, grafici e immagini, rese illeggibili dal proiettore e dalla distanza. Come direbbero su twitter slide = #epicfail

Degno di nota l’intervento di Riccardo Trichilo di Beretta, che verso le 14:30 ci risveglia dalla pennichella pomeridiana. Beretta sta sviluppando in un progetto congiunto con l’università  un sistema che permette di connettere tramite protocolli opportunamente ridisegnati i componenti di una squadra di soccorso, i loro attrezzi, le loro armi, i loro indumenti e la centrale. Scenari da film che stanno prendendo forma grazie anche a un bando ministeriale che finanzia progetti innovativi. L’internet of things è anche questo. Ammetto di aver mollato dopo il primo intervento dell’ultima sessione, “Cloud & Web Security”. Antonio Forzieri di Symantec parlava di cyber crime e fatturati astronomici. Intervento tutto sommato interessante, forse un po’ troppo alla ricerca del botto. Che dire, non ho partecipato alla sessione finale, la tavola rotonda fra imprenditori, ma stando a quanto ho letto non mi è sembrata fra le più entusiasmanti. Un’uscita su tutte: “Il cloud per noi non è un’opportunità”.
Una nota sui partecipanti:  troppi capelli grigi in sala. Questo significa che il manager (quale posto migliore per trovarli se non quì), o più in generale chi decide è mediamente “vecchio”.
L’impressione è stata quella di un background che manca, un po’ come se l’esperienza digitale(&sociale) dovesse ancora arrivare ai piani alti.  Tutto sommato un’esperienza da ripetere, se non altro per mantenere vivo il dibattito sul territorio. E chissà se il prossimo anno riserverà all’iniziativa un taglio un po’ più “2.0”.
Per chi volesse approfondire, eccovi l’articolo di Giovanni Armanini sul Bresciaoggi (1 e 2) e una serie di interessanti riflessioni sul suo blog personale.

[ok, su questo evento mi sono dilungato un po’ troppo, ma certe cose andavano raccontate..]

Salone dei Cinquecento - Palazzo Vecchio - Firenze

Il giorno successivo, sabato 12, con gruppetto di persone di Brescia sono andato al TedX di Firenze, un evento legato dal noto format internazionale Ted – Ideas Worth Spreading. Due grandi tematiche: l’innovazione e l’ottimismo. Una serie di interventi di 18 minuti l’uno (in verità alcuni anche meno) in cui gli speaker raccontavano la loro storia, un loro progetto o semplicemente il loro modo di vedere le cose, con lo scopo ci infondere passione e ottimismo al pubblico in sala. Alcuni ci sono riusciti. Dopo una partenza in salita con interventi non troppo coinvolgenti, la seconda parte ha convinto molto di più. Speaker d’eccezione Lorenzo Cherubini e Matteo Renzi. Vi consiglio il sito ufficiale, autentica fonte di ispirazione.
Nota: ottime tagliatelle al ragù di coniglio – mercato centrale di Firenze.

Digital Accademia

Il mercoledì della settimana successiva siamo stati a Roncade (Treviso) in un cascinale ristrutturato e adibito a luogo di formazione. Si chiama Digital Accademia, un “digital culture hotspot”  immerso nelle campagne Trevigiane dove si organizzano eventi formativi su tematiche legate al mondo dell’ICT in senso ampio. Io e Riccardo abbiamo tenuto un talk all’interno del workshop del 16 e 17 novembre dedicato al mobile e i suoi strumenti. Il titolo era “Mobile: le opportunità di una tecnologia vicina” (slides).

Digital Accademia

Il giorno sucessivo abbiamo visitato H-Farm, distante poche centinaia di metri, una realtà a dir poco esaltante, un campus, un incubatore  di startup, un posto in cui puoi dare forma alle idee di valore. Cascinali recuperati trasformati in open space in cui puoi vedere i loghi delle startup più citate del momento, prati ben tenuti e costruzioni di legno in cui le società si trasferiscono man mano , dopo la fase di startup, secondo un modello ben preciso. Una realtà più unica che rara, perlomeno in Italia, che esiste grazie alla lungimiranza di imprenditori locali e fondi di investimento.

H-Farm

Dopo quei due giorni ho avuto l’ennesima conferma che anche l’ambiente gioca la sua parte. Lavorare in una location stimolante fa la differenza.

La sera stessa da Mestre prendo un treno per Firenze.
Lì, il giorno successivo, abbiamo partecipato allo UX Camp di Firenze.

Mi trovo con Paolo, compagno di mille conference. Quella notte dormiamo dall’affittacamere “Silvana”, in una squallida camera anni ’70 con wifi incorporato (probabilmente del vicino – grazie WPA Tester).
Pur non lavorando nel campo dell’ UX design mi sembrava interessante vedere un evento di designer e cercare di capire le problematiche legate a questo mondo, le sfide e le opportunità future. Ospitato nella storica sede di Dada, pionieri del web italiano, l’evento era a tutti gli effetti un barcamp, con talk proposti al momento dai partecipanti.

UX Camp - Firenze

Da segnalare gli interventi di Nicolò Volpato “Visual design emozione ed esperienza”, di Andrea Giannangelo -fondatore di Iubenda- e quello di Matteo Collina che ha raccontato la sua esperienza all’EU-Hackathon sugli Open Data dove, con un gruppo di altri quattro sviluppatori, ha conquistato il terzo posto con la loro applicazione “Sharpnod.es”.
A chiudere la giornata un lavoro a gruppi che aveva lo scopo di analizzare le criticità del sito di Trenitalia e proporre nuove soluzioni (principalmente legate al design delle interfacce). Una bella esperienza dove ho potuto vedere veri team di UX designer all’opera. Per la cronaca tutti concordavano sul pessimo sistema di prenotazione di Trenitalia e sulla peculiarità di quel sito di non riuscire a veicolare efficacemente le uniche informazioni che servono davvero.

Ore 19:00, saluti di rito. Stazione, Frecciarossa, Brescia. Ora per qualche giorno resto a casa.

Cosa ho imparato allo startup weekend di Brescia

Lo scorso weekend ho partecipato alla startup weekend di Brescia, un format internazionale oramai collaudato che riunisce per tre giorni sviluppatori, grafici, esperti di marketing, digital strategist e semplici appassionati di tecnologia. 54 ore, 30 idee, 10 progetti selezionati e poco più di un centinaio di partecipanti.
Il progetto che abbiamo presentato nasce dalle ceneri di un’idea di Paolo, Alfredo e del sottoscritto. Qualche settimana prima infatti avevamo partecipato all’hackathon dell’Over the Air durante il quale abbiamo avuto modo di convincerci della validità dell’idea. Una volta iscritti allo startup weekend ci è venuto praticamente naturale ripartire da lì e cercare di dargli una forma durante la tre giorni bresciana. Mobopoly, così si chiama, è un’applicazione mobile che ti permette di sfidare i tuoi amici dove e quando vuoi muovendoti per la città e acquistando luoghi pubblici, piazze e palazzi. Partendo dal concetto di proprietà di un luogo fisico nel mondo reale, abbiamo declinato in versione “mobile” i meccanismi di engagement dell’utente che le nuove tecnologie ci mettono a disposizione. Sono davvero contento e soddisfatto per i feedback ottenuti durante e dopo l’evento. La giuria, composta da industriali, dirigenti e rappresentanti di venture capital ha decretato vincitore della tre giorni l’idea di Basili.co, tipsTo.me, un servizio che permette di prendere decisioni in base ai pareri delle persone di cui ti fidi di più. Secondo e terzo posto rispettivamente per Mioquartiere.it e Peppertweet (dei mitici webdebresa guys).

Ma veniamo a noi: il gruppo di lavoro era composto da figure dal background eterogeneo ma provvidenzialmente complementari fra loro. Lo ammetto, la mia idea iniziale era di trasformarmi in un nerd per 54 ore di fila e scrivere codice fino a produrre una demo funzionante di tutto il gioco. Poi mi sono reso conto che non era l’approccio giusto. Nel corso di quelle due giornate ho capito quanto sia veramente importante e decisiva una buona analisi del mercato e dei competitors: le fonti, i numeri e i meccanismi e le cifre. Ho imparato su cosa basare un business plan e come tentare di “far quadrare” i conti grazie a Leonardo Amigoni, Pietro Atzeni e Marco Buzzo. Ho imparato che in una giornata si può produrre una quantità enorme di grafica -grafica di qualità- grazie ad Antonella Sinigaglia. Grazie a Bianca Ferrari, dalla quale ho imparato un sacco di cose su tematiche come il valore per l’utente, le modalità di user acquisition, di user growth e di user engagement.  Grazie a Paolo Bettoncelli per le idee sull’interfaccia, le mappe e le dinamiche di gioco.
Ma la cosa più importante è che sono certo che , se non fossimo stati lì, all’interno di un contest, a fare gruppo, lavorando assieme per lo stesso obiettivo, probabilmente avrei “assorbito” meno della metà di quanto ho imparato in quei tre giorni. Sono convinto che, in termini d’apprendimento, un’esperienza simile valga come un mese normale di lavoro.
Più di una persona ci ha chiesto se avremmo portato avanti il progetto. Noi ce la metteremo tutta, e se la congiunzione astrale Giove Saturno giocherà a nostro favore, magari fra qualche mese scriveremo un post dove annunciamo la beta del progetto.

Per chi volesse, ecco una serie di articoli sul Corriere della Sera (1 e 2), su Bresciaoggi e Giornale di Brescia.

Infine, un ringraziamento agli organizzatori (Talentgarden.it) e alla location che ha ospitato l’intero evento (Castello Malvezzi).
Complimenti a tutti!
Alla prossima!