Il mio talk all’Italian Agile Day 2014

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Ultimo giorno del 2014, ultimo giorno valido per scrivere “quest’anno” 🙂
L’ultima edizione di Italian Agile day si è svolta ad Ancona a compimento di una serie di mini-agile day itineranti. Nella doppia veste di speaker e partecipante, la due giorni anconetina di quest’anno ha visto un venerdì e un sabato di talk e workshop.

Qualche anno di esperienza in team agile molto diversi fra loro e la voglia di condividere qualche “good practices” che credo possano funzionare (e nota bene, non “best”), sono stati la molla che mi ha spinto a preparare il talk che ho tenuto sabato mattina, dal titolo “E il tuo Scrum funziona?” con particolare enfasi sull’aggettivo “tuo”, per ribadire  il fatto che non esiste una ricetta per implementare Scrum ma al contrario siamo noi che dobbiamo plasmarlo e adeguarlo alle nostre particolarità, sia di team che di contesto.

Riassumendo l’evento in poche parole: Workshop di valore, talks interessanti e una buona location.

A questi link trovate le mie slide ed i video degli altri interventi.

Developers italiani e la nuova legione straniera

In visita da Shazam con Marco Cedaro

In visita da Shazam con Marco Cedaro

Opportunità
Mai come oggi gli sviluppatori software sono considerati la gallina dalle uova d’oro dai recruiters di mezzo mondo. In Europa il luogo in cui tutto ciò si amplifica è Londra.

Sarà banale, ma il chiodo fisso di questi giorni, dopo un breve viaggio nella capitale inglese grazie al quale ho avuto modo di tastare il terreno e parlare con alcuni tra i migliori professionisti italiani che si sono trasferiti a Londra, è il concetto di opportunità.

Disclaimer: non amo fare l’esterofilo a tutti i costi e qui riporterò solo dati oggettivi e testimonianze raccolte durante il nostro viaggio.
Al Pub con Giordano Scalzo

Al Pub con Giordano Scalzo

I racconti
Impressioni, storie quotidiane, episodi sul lavoro e spaccati di vita vissuta da coloro che abbiamo incontrato convergono tutti verso alcuni punti saldi:
  • mobilità professionale e meritocrazia (là il tuo manager potrebbe avere la tua età, se non essere più giovane di te)
  • gli italiani lavorano bene e mediamente meglio degli altri (spesso hanno una visione globale del progetto e riescono a affrontare  aspetti che esulano dalle loro competenze, forse grazie alla famosa arte dell’arrangiarsi)
  • gli italiani sono abituati a lavorare più degli altri (in termini di ore)
  • è comune il fatto di sentirsi ripagato equamente per le competenze che porti in azienda, e non solo economicamente (vedi il primo punto)
  • offerte, offerte, offerte e ancora offerte. Se sei un dev, hai il coltello dalla parte del manico.
Lavorare in un contesto che evidentemente non opprime chi genera valore e riesce a remunerare (bene!) e valorizzare la professionalità delle persone è ciò di cui tutti avremmo bisogno.

La scuola
Buoni i feedback da chi ha avuto a che fare con la ricerca della scuola per i figli: internazionali o inglesi, nella maggior parte dei casi quelle pubbliche garantiscono buoni standard di qualità, sia d’insegnamento che di attività extra scolastiche.
Per chi se le può permettere ci sono poi quelle private, bellissime, organizzatissime e costosissime.
Certo, non è tutto oro quel che luccica: nella migliore delle ipotesi dovrete girare per settimane a cercare e selezionare la scuola più adatta ai vostri figli, sempre che non vi vogliate affidare ad un’agenzia dedicata.
A casa di Cristiano Rastelli

A casa di Cristiano Rastelli

Gli stipendi
Senza scendere nei dettagli, dall’idea che mi son fatto un bravo sviluppatore (di qualsiasi cosa) può vendersi tranquillamente come contractor dai 350 Pound lordi al giorno in su (circa da 420 € in su, con un regime fiscale molto più accettabile) mentre un permanent mediamente va dai 45/50k Pound iniziali in poi.
Se hai già qualche anno di esperienza all’estero e ti vendi bene arrivi anche a cifre sensibilmente più alte. Molto dipende se ti vengono proposte quote societarie o altre formule simili e in che misura.
Spesso in queste realtà si può contare anche su un pacchetto di benefit che ti aiutano a vivere più serenamente.

Mito da sfatare
: il costo della vita. Non è vero che “prendi il triplo però spendi il triplo”.
Il vero punto dolente è la casa.  Gli standard non sono quelli a cui mediamente siamo abituati: ci si deve accontentare di meno spazio, in case un po’ “meno belle” e spendendo qualcosa in più.
Ovviamente dimenticatevi della macchina (e relativi costi): con un abbonamento ai mezzi pubblici non avrete più bisogno di altro. Il resto è in linea con i costi delle città italiane.

Conti alla mano, in una città Italiana (se magari hai anche famiglia) economicamente te la passi peggio.
Una birra con Nicholas Valbusa

Una birra con Nicholas Valbusa

Quindi, cosa avete da fare oggi?

Sia che vogliate fare un’esperienza da permanent o contractor (più o meno l’equivalente del nostri contratti a tempo in/determinato e freelance) prendete il vostro profilo Linkedin, scrivete che siete sviluppatori (oggi i trends pare siano iOS, Android e front end) e spostate la posizione a Londra. Se volete andare sul classico mettete Java o cose appetibili al mondo bancario.
State sicuri che passerete da una a due ore al giorno a rispondere a offerte di lavoro e a recruiters!

Ringrazio Paolo, compagno di viaggio e di avventure in WhyMCA, e  Giordano, Marco, Cristiano, Nicholas, Daniele, Alberto e Andrea per avermi direttamente e indirettamente dato un sacco di informazioni utili.

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Pizza Express in compagnia

Pizza Express in compagnia

Ps. Ho parlato di Londra solo perché ci sono appena stato, ma con le dovute proporzioni potremmo fare discorsi simili anche per città come Berlino, Dublino e altre realtà.

Barcellona: tre giorni al Mobile World Congress 2013

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La scorsa settimana si è svolta l’edizione 2013 del Mobile World Congress, la più importante fiera al mondo sulla telefonia mobile, manifestazione che man mano si sta aprendo a tutto l’ecosistema e alle tematiche di frontiera che vanno dalle smart cities alle automobili “intelligenti”.
Barcellona, città ospita l’evento oramai da parecchio tempo, quest’anno ci ha riservato qualche cambiamento: una nuova sede nella fiera della città catalana, Fira Gran Via, più grande, più moderna e forse più dispersiva.
Oltre duemila espositori da tutto il mondo hanno intrattenuto per quattro giorni i circa 70 mila visitatori stimati dall’organizzazione. Noi ci siamo stati e le impressioni sono state ottime sin dal nostro arrivo. Dalla consegna del badge presso il terminal dell’aeroporto, ai trasporti inclusi per tutta la città, ai servizi all’interno della fiera.
Fra gli espositori presenti operatori di telefonia mobile, produttori di hardware e software, automobili e tecnologia per i più svariati settori. Un padiglione dedicato alle rappresentanze delle varie nazioni, dove i singoli stati hanno messo in mostra il meglio della propria tecnologia, servizi e capacità di innovare. Prima nota negativa (almeno per noi italiani): nonostante la presenza di alcune piccole realtà fra gli espositori e del potenziale che abbiamo nel nostro paese,  mancava appunto uno stand “Italia”. Difficile capire il perché, anche se possiamo accontentarci della spiegazione più semplice: l’incapacità di fare sistema, la miopia di chi in Italia dovrebbe occuparsi di creare un network di queste realtà per presentarle tutte assieme, unite su un fronte unico, all’estero. Così non abbiamo potuto far altro che accontentarci di ammirare quelli di Germania, Francia, Irlanda, Inghilterra, ma anche del Marocco, Romania e Lituania…

Un’edizione a detta di tutti forse un po’ sottotono. Alcuni dei “big” non erano presenti fra gli stand: solo per citarne alcuni Microsoft, Rim e Google che hanno scelto di essere presenti in modo diverso, chi noleggiando spazi in hotel all’esterno della fiera, chi organizzando eventi “collaterali”. Strategie diverse, che puntano a far vivere un’esperienza particolare al visitatore o forse, in alcuni casi, a contenere i costi. Degno di nota il Blackberry Z10, il nuovo smartphone con cui Rim tenterà la rimonta nei confronti degli “avversari”. Abbiamo avuto modo di provarlo e nonostante i diffusi pregiudizi sulla precaria maturità del sistema operativo ci ha lasciato piacevolmente sorpresi.

Fra i temi caldi di quest’anno particolare attenzione da parte degli operatori è stata data alla connettività (LTE/4g), all’hardware – in particolare   processori e apparati per le telecomunicazioni – e alle soluzioni innovative di pagamento che semplificano il processo sia a chi vende che a chi acquista. Molto sentita la tematica NFC (Near Field Communication), tecnologia che sta prendendo piede ma che ancora non decolla. Presenti diversi vendor a mostrarne le possibili applicazioni, dai pagamenti di piccole somme alle azioni quotidiane, come l’apertura della serratura di una porta avvicinando semplicemente lo smartphone. Nota interessante: la tecnologia NFC è stata utilizzata per la prima volta anche dal MWC per permettere ai visitatori di accedere alla fiera col proprio telefonino.

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Più di uno stand dedicato al tema delle smart cities, le città “intelligenti” del futuro, l’internet of things, degli oggetti connessi in rete e dell’immancabile domotica. Presenti anche Ford e Chevriolet, produttori di automobili che in un futuro non troppo remoto (in verità già da adesso su alcuni modelli) permetteranno agli sviluppatori di interagire con l’autovettura e con le informazioni raccolte dai principali sensori. Tra gli stand più importanti meritano una citazione per dimensioni e “impressione scenica” quelli di Nokia (con tanto di area lunch e area relax) e Samsung, seguiti da Lg e Htc. In bella mostra smartphone, tablet, televisori, lettori di varia natura. Caricatori a induzione per standardizzare la ricarica ed eliminare i cavi, applicazioni e protocolli proprietari con lo scopo di creare un ecosistema “all inclusive” ma chiuso (es. una suite di collaboration per l’ufficio ben fatta su tecnologia proprietaria di Lg). Nokia col modello di punta, il Lumia 920 e tutte le fasce minori. Htc col nuovo “One”. Samsung con gli innumerevoli modelli di smartphone, tablet e televisori.

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Un’area dedicata alla stampa, workshop e tavole rotonde. Un padiglione intero dedicato al mondo della applicazioni: l’App Planet di questa edizione ha riservato alcune grandi anteprime, come l’attesissimo sistema operativo di Ubuntu per smartphone e dispositivi mobili, il sistema operativo di Firefox, e decine e decine di produttori di applicazioni di vario genere, più o meno innovative.
Degni di nota un ottimo mix di gamification, realtà aumentata e internet of things: una sfera di plastica comandabile da tablet che al tempo stesso crea sullo schermo del device un campo da gioco e infine una curiosa soluzione per impermeabilizzare smartphone e dispositivi di vario tipo.

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Eventi come questo non si fanno mancare nulla. Ecco che la sera del martedì ci mettiamo in fila per l’evento di Google: l’Android party al Razzmatazz di Barcellona, uno dei locali più famosi della città. Serata a tema con animazione e stanze a tema (vi dico solo che i camerieri indossavano un fac simile dei Google Glasses, roba da super nerd!). La seconda sera invece siamo andati al party organizzato dal WIP – wireless industry partnership – un aggregatore di community di sviluppatori (e molto altro). Una serata perfetta per espandere il proprio network di conoscenze, dove fra una birra e l’altra ti può capitare di parlare con uno sviluppatore di Mozilla, un manager di una grossa società o semplicemente un connazionale col quale potrai, magari, collaborare in Italia.

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Durante la giornata di giovedì, l’ultima, siamo stati al WIPJam, un hackathon all’interno di un contesto che prevedeva workshop e iniziative di contorno. Per la cronaca, anche se particolarmente provati dalla serata precedente, due di noi hanno partecipato ricevendo una menzione nella categoria Intel.

Per concludere, una bella esperienza che consiglio a tutti. Un fiume di gente proveniente da tutto il mondo che da vita ad un’atmosfera internazionale particolare: un ottimo ambiente per fare networking.

Cosa ho imparato allo startup weekend di Brescia

Lo scorso weekend ho partecipato alla startup weekend di Brescia, un format internazionale oramai collaudato che riunisce per tre giorni sviluppatori, grafici, esperti di marketing, digital strategist e semplici appassionati di tecnologia. 54 ore, 30 idee, 10 progetti selezionati e poco più di un centinaio di partecipanti.
Il progetto che abbiamo presentato nasce dalle ceneri di un’idea di Paolo, Alfredo e del sottoscritto. Qualche settimana prima infatti avevamo partecipato all’hackathon dell’Over the Air durante il quale abbiamo avuto modo di convincerci della validità dell’idea. Una volta iscritti allo startup weekend ci è venuto praticamente naturale ripartire da lì e cercare di dargli una forma durante la tre giorni bresciana. Mobopoly, così si chiama, è un’applicazione mobile che ti permette di sfidare i tuoi amici dove e quando vuoi muovendoti per la città e acquistando luoghi pubblici, piazze e palazzi. Partendo dal concetto di proprietà di un luogo fisico nel mondo reale, abbiamo declinato in versione “mobile” i meccanismi di engagement dell’utente che le nuove tecnologie ci mettono a disposizione. Sono davvero contento e soddisfatto per i feedback ottenuti durante e dopo l’evento. La giuria, composta da industriali, dirigenti e rappresentanti di venture capital ha decretato vincitore della tre giorni l’idea di Basili.co, tipsTo.me, un servizio che permette di prendere decisioni in base ai pareri delle persone di cui ti fidi di più. Secondo e terzo posto rispettivamente per Mioquartiere.it e Peppertweet (dei mitici webdebresa guys).

Ma veniamo a noi: il gruppo di lavoro era composto da figure dal background eterogeneo ma provvidenzialmente complementari fra loro. Lo ammetto, la mia idea iniziale era di trasformarmi in un nerd per 54 ore di fila e scrivere codice fino a produrre una demo funzionante di tutto il gioco. Poi mi sono reso conto che non era l’approccio giusto. Nel corso di quelle due giornate ho capito quanto sia veramente importante e decisiva una buona analisi del mercato e dei competitors: le fonti, i numeri e i meccanismi e le cifre. Ho imparato su cosa basare un business plan e come tentare di “far quadrare” i conti grazie a Leonardo Amigoni, Pietro Atzeni e Marco Buzzo. Ho imparato che in una giornata si può produrre una quantità enorme di grafica -grafica di qualità- grazie ad Antonella Sinigaglia. Grazie a Bianca Ferrari, dalla quale ho imparato un sacco di cose su tematiche come il valore per l’utente, le modalità di user acquisition, di user growth e di user engagement.  Grazie a Paolo Bettoncelli per le idee sull’interfaccia, le mappe e le dinamiche di gioco.
Ma la cosa più importante è che sono certo che , se non fossimo stati lì, all’interno di un contest, a fare gruppo, lavorando assieme per lo stesso obiettivo, probabilmente avrei “assorbito” meno della metà di quanto ho imparato in quei tre giorni. Sono convinto che, in termini d’apprendimento, un’esperienza simile valga come un mese normale di lavoro.
Più di una persona ci ha chiesto se avremmo portato avanti il progetto. Noi ce la metteremo tutta, e se la congiunzione astrale Giove Saturno giocherà a nostro favore, magari fra qualche mese scriveremo un post dove annunciamo la beta del progetto.

Per chi volesse, ecco una serie di articoli sul Corriere della Sera (1 e 2), su Bresciaoggi e Giornale di Brescia.

Infine, un ringraziamento agli organizzatori (Talentgarden.it) e alla location che ha ospitato l’intero evento (Castello Malvezzi).
Complimenti a tutti!
Alla prossima!